La sanatoria edilizia: un respiro per migliaia di interventi
Se hai mai affrontato la tortuosa strada delle pratiche edilizie in Italia sai bene quanto possa essere complicato...
Ma c'è una luce in fondo al tunnel
- LIVELLO 1: riguarda piccoli problemi formali, magari un disallineamento tra il progetto e ciò che è stato effettivamente realizzato in cantiere. Per i lavori realizzati prima del 1977 (anno della legge Bucalossi) non esisteva la possibilità di effettuare varianti in corso d’opera, quindi queste modifiche, anche se rientravano in varianti definite “leggere” o non essenziali, non venivano corrette e oggi creano le difformità. Un esempio: una finestra che era sul progetto e poi non è stata realizzata o un cornicione che era di 30 centimetri ma che nella realtà è di mezzo metro. Ecco, questi fastidiosi contrattempi potrebbero essere ora facilmente risolti!
- LIVELLO 2: passiamo poi alle difformità più interne, quelle che si sono stratificate nei decenni; immaginatevi modifiche fatte qua e là, come spostamenti di tramezzi o aperture di porte, che nel tempo hanno trasformato gli interni degli edifici.Prima del 1977 quando si faceva il progetto di un edificio non si presentavano le planimetrie di tutto, ma bastava un “piano tipo”. In fase di realizzazione degli immobili, poi, alcuni elementi venivano modificati con l’effetto di stratificare elementi su elementi che oggi è difficile giustificare. Bene, anche queste modifiche potrebbero essere sanate, liberando gli immobili da vincoli obsoleti.
- LIVELLO 3: si tratta delle difformità che potevano essere sistemate al momento dell’intervento, ma per varie ragioni sono rimaste irrisolte. Questo è dovuto al famigerato meccanismo della doppia conformità, che ora potrebbe essere fino ad un certo punto eliminato.
L'obiettivo di questa proposta è chiaro
Permettere la legittimazione di quei lavori che, seppur non conformi al 100%, non arrecano danno, e bloccano solo la burocrazia. Si parla di piccoli interventi, come muri, finestre, balconi, che, se regolarizzati, potrebbero finalmente liberare i cassetti degli uffici comunali da pratiche inutili.
Ma attenzione, non si tratta di un libero passo all’abusivismo. Le regole urbanistiche vanno rispettate, e non sarà possibile sanare immobili costruiti in zone vietate.
Ora non ci resta che aspettare e sperare che questo sogno diventi realtà
Insomma, questo “salva-case” potrebbe davvero semplificare la vita a molti cittadini, alleggerendo il carico sui Comuni, e permettendo di respirare un po’ di più nell’incerto mondo delle pratiche edilizie.
Fonti:
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